La produzione di finocchi di Paolillo è garantita attraverso la realizzazione di programmi produttivi stagionali, che seguono il ritmo naturale delle stagioni (Autunno-Inverno e Primavera-Estate).
Uno dei punti di forza di Paolillo è l’attenzione speciale alle tecniche agronomiche e alle pratiche di difesa a basso impatto ambientale. Abbiamo un servizio di assistenza tecnica specializzato che si impegna nella divulgazione, controllo e applicazione delle migliori pratiche agricole, assicurandoci di preservare la salute del nostro ambiente e dei nostri consumatori.
Da decenni, abbiamo coltivato l’obiettivo della specializzazione per standardizzare il processo produttivo e raggiungere un’eccellenza nella pianificazione agricola. Il finocchio è il nostro orgoglio, il prodotto principe dell’azienda. Per soddisfare la crescente richiesta, coinvolgiamo circa 80 aziende agricole, coprendo una superficie di circa 700 ettari dedicati alla produzione agricola.
Ci impegniamo a fornire prodotti di altissima qualità, non solo dal punto di vista delle caratteristiche organolettiche sia per quanto riguarda la sanità tossicologica. La sicurezza alimentare dei nostri prodotti è una priorità assoluta.
In questo periodo dell’anno, il nostro finocchio proviene dall’area della Piana del Fucino (AQ) e continuerà a essere prodotto in loco per tutto il periodo estivo.
La Piana del Fucino, situata nel cuore dell’Italia centrale, è una vasta area pianeggiante, circondata da maestose montagne, che è stata testimone di cambiamenti radicali nel corso dei secoli. Già ai tempi degli antichi Romani, la zona ospitava un vasto stagno, alimentato dalle acque di vari fiumi circostanti, tra cui il Giovenco e l’Aterno-Pescara. I Romani, abili ingegneri, riconobbero il potenziale agricolo della regione e iniziarono a utilizzare il lago per irrigare i loro campi e coltivare cereali.
Tuttavia, nel XV secolo, la tranquilla e fertile Piana del Fucino fu colpita da un disastro naturale devastante. Nel 1349, un terremoto sconvolse l’Italia centrale, distruggendo il vicino paese di Avezzano e causando un cambiamento nel livello del lago. Le acque iniziarono a ristagnare, causando frequenti inondazioni nelle zone circostanti e minacciando la sicurezza delle comunità locali.
Nel corso dei secoli, diversi tentativi furono fatti per risolvere il problema delle inondazioni, ma fu solo nel 1852 che un ambizioso progetto di bonifica fu intrapreso sotto la guida dell’ingegnere Alessandro Torlonia. Il progetto prevedeva il prosciugamento completo del Lago Fucino, creando uno dei più grandi laghi artificiali d’Europa.